Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone
Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, “tra chi ha tagliato gli sprechi, il 75% fa la spesa in modo piu’ oculato, il 56% utilizzando gli avanzi nel pasto successivo, il 37% riducendo le quantita’ acquistate, il 34% guardando con piu’ attenzione la data di scadenza e l’11% donando in beneficenza”.
La tendenza a ridurre gli sprechi “cresce anche fuori dalle mura domestiche con un italiano su tre (33%) che quando esce dal ristorante non ha problemi a portarsi a casa gli avanzi con la cosiddetta ‘doggy bag’– prosegue l’associazione agricola- anche se tra questi, solo il 10% lo fa regolarmente, mentre il 23% solo qualche volta”. Peraltro, “una fetta rilevante della popolazione (24%) quando va a mangiare fuori lascia sulla tavola gli avanzi semplicemente perche’ si vergogna di chiederli”.
La ristorazione, comunque, segnala Coldiretti, “si attrezza e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc”. Si moltiplicano anche “le iniziative per la raccolta dei cibi avanzati in ristoranti, mense e pizzerie ma anche di prodotti vicini alla scadenza offerti da negozi e supermercati da destinare ai piu’ bisognosi”.
A livello mondiale “un terzo del cibo prodotto viene sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame cronica”, secondo una analisi della Coldiretti su dati Fao. Gli sprechi alimentari hanno raggiunto 670 milioni di tonnellate nei paesi industrializzati e 630 milioni di tonnellate in quelli in via di sviluppo.
Ogni anno – conclude la Coldiretti – il cibo che viene prodotto, ma non consumato, sperpera un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga, utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno – quasi il 30% della superficie agricola mondiale – ed e’ responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. (DIRE)